“Senza un impegno di tutti per far crescere politiche lavorative per i più fragili, si favorisce una cultura mondiale dello scarto. Ho provato a spiegare questa convinzione anche nel primo capitolo dell’enciclica Fratelli tutti, dove, tra l’altro, si ricorda che ‘è aumentata la ricchezza, ma senza equità, e così accade che nascono nuove povertà’ (n. 21). Cresce la ricchezza e nascono nuove povertà”. Lo ha affermato, stamattina, Papa Francesco, ricevendo in udienza, nel Palazzo apostolico vaticano, i partecipanti al Convegno della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.
Ecco perché, ha osservato il Santo Padre, “il futuro invoca un nuovo sguardo, e ciascuno nel suo piccolo è chiamato a farsi promotore di questo modo differente di guardare il mondo, a partire dalle persone e dalle situazioni che vive nel quotidiano”. Invitando a non guardare mai nessuno dall’alto in basso, il Pontefice ha affermato “che questo può essere una buona indicazione per tutti. Siamo tutti fratelli e sorelle, e se io sono il proprietario di un’azienda, questo non mi legittima a guardare i miei dipendenti con aria di sufficienza. Se sono l’amministratore delegato di una banca, non devo dimenticare che ogni persona va trattata con rispetto e cura”.
Di qui l’invito: “La Fondazione Centesimus Annus può declinare le importanti riflessioni condotte in questi giorni, attraverso la conversione dello sguardo di ciascuno. L’umile sguardo di chi vede in ogni uomo e donna che incontra un fratello e una sorella da rispettare nella sua dignità, prima che, eventualmente, un cliente con cui fare affari. È un fratello, una sorella, una persona; può fare il cliente. Solo con questo sguardo potremo lottare contro i mali della speculazione corrente che alimenta i venti di guerra. Non guardare mai nessuno dall’alto in basso è lo stile di ogni operatore di pace. È lecito farlo solo per aiutare a sollevarsi”.
(Agensir)