Alla luce dell’incontro che si è tenuto a Lagos, in Nigeria, il 19 e 20 novembre scorsi, in occasione del 50.mo anniversario del Comitato Episcopale Panafricano per le Comunicazioni Sociali (CEPACS), si sono tirate le somme per rileggere quanto appreso e condiviso in quella sede e per progettare un’azione sinergica di potenziamento del settore per il futuro. All’evento hanno partecipato un’ottantina di persone tra cardinali, arcivescovi, sacerdoti, religiosi, funzionari regionali della comunicazione insieme a partner locali e stranieri del Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar (SECAM) e anche il prefetto del Dicastero vaticano per la Comunicazione, Paolo Ruffini.
Le Comunicazioni sociali siano missionarie e sinodali
La riunione è servita – secondo quanto riassumono in un comunicato il vescovo di Oyo e presidente del CEPACS, monsignor Emmanuel Badejo ed Andrew Kaufa smm, tra gli organizzatori del simposio – a considerare le Comunicazioni sociali non semplicemente funzionali, ma “comunitarie e missionarie”, a riconoscere il loro “nobile ruolo nell’approfondimento della fede e nell’avanzamento dello spirito del Sinodo sulla sinodalità nel continente”. La Chiesa cattolica in Africa ha bisogno di una struttura capace di integrare il messaggio evangelico nella “nuova cultura” creata dalle comunicazioni moderne, si sottolinea. Si è deciso pertanto di “sviluppare e rafforzare le strutture operative del CEPACS in tutto il continente per facilitare l’impegno in una comunicazione collettiva e in un percorso sinodale e per crescere insieme a livello diocesano, nazionale, regionale, continentale e universale”.
Investire nei media digitali, stimolare partnership
Si intende sviluppare un solido piano strategico a lungo termine del CEPACS con un quadro operativo completo che delinei struttura e organigramma, principi operativi, valori, ruoli definitivi e posto degli esperti di comunicazione del clero, dei religiosi e dei laici nella Chiesa, collaborazioni e partenariati; inoltre, si intende sostenere la questione etica nella comunicazione tradizionale, moderna e contemporanea, in questo caso specialmente nell’ambito delle iniziative riguardanti, per esempio, l’intelligenza artificiale. Ai vescovi è fatta richiesta di dare priorità alla formazione specializzata del personale addetto ai media “per consentire al messaggio evangelico di arrivare ovunque e di essere accolto positivamente”. Si invita a questo proposito ad un uso appropriato dei media digitali, in particolare per i giovani.
Un campo mediatico di evangelizzatori
L’auspicio è investire in risorse umane e materiali per creare efficacemente un campo mediatico di evangelizzatori collaborando anche con altri organismi ecclesiali di comunicazione internazionale, in particolare con il SIGNIS (movimento ecclesiale laico cattolico per professionisti nei mezzi di comunicazione) e l’UCAP (Programma di Azione per il Clima Urbano).
Fonte: Vatican News