Le parole dell’Eucarestia suonano diverse nel luogo della morte e della resurrezione di Cristo. Le preghiere rivolte al Signore, “liberaci dal male”, “vi lascio la pace vi do la mia pace” assumono un significato diverso a pochi chilometri di distanza da dove migliaia di persone muoiono e soffrono costantemente. A sottolinearlo è il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, giunto in Terra Santa per portare la carezza e la vicinanza del Papa e che questa mattina all’alba, insieme al cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini, ha concelebrato la Santa Messa nella Basilica del Santo Sepolcro. Dopo l’invocazione alla pace, “siamo rimasti tanto tempo in silenzio”, ha raccontato ai media vaticani, “un silenzio che parla, perché noi chiediamo questa pace. Noi imploriamo questa pace. Noi gridiamo per questa pace, nel mondo intero e qui in Terra Santa”.
L’unità di sangue tra le Chiese
Dopo la Messa i due porporati hanno incontrato i frati che gestiscono il Santo Sepolcro e poi sono andati a piedi al vicino patriarcato greco-ortodosso, dove hanno incontrato Teofilo III per parlare di come aiutare insieme le persone più bisognose, soprattutto quelle a Gaza. “Abbiamo testimoniato una vera unità di sangue tra le Chiese, come dice Papa Francesco”, ribadisce Krajewski, “nella volontà di aiutare tutti insieme le persone che hanno bisogno. Gaza è così vicina, ma non possiamo aiutare. Manca l’acqua, manca la corrente. Ci sono tantissimi feriti che non possono essere portati fuori per essere curati”.
Il sostegno concreto alle famiglie povere di Gerusalemme
La mattinata è proseguita con la visita, insieme agli operatori della Caritas del patriarcato latino, a delle famiglie povere nel centro di Gerusalemme, alcune delle quali sono ospitate gratuitamente negli appartamenti di proprietà della Custodia di Terra Santa e del Patriarcato. “È un aiuto vero per quelle famiglie”, sottolinea, raccontando di aver portato loro il conforto del Papa, parlato delle loro necessità e aver lasciato un aiuto concreto per pagare le bollette e le spese di prima necessità. I circa 80 frati della Custodia hanno poi ospitato il cardinale elemosiniere per pranzo. “Si sentiva questa forza dei giovani frati”, racconta, “una trentina sono studenti da tutto il mondo, ma lavorano e aiutano nella vita pastorale della Custodia”.
La videochiamata con il vice parroco di Gaza
Dopo aver tentato per tutta la giornata di contattare la Striscia, finalmente in serata il cardinale Krajewski insieme al parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, che stava con lui, ha potuto parlare per 15 minuti tramite videochiamata con don Giuseppe il vice parroco che sta nella parrocchia e che più volte negli ultimi tempi è stato chiamato al telefono da Papa Francesco. Alla conversazione era presente anche un collaboratore parrocchiale. “Ci hanno raccontato un po’ tutta la storia di quanto sta accadendo e spiegato le condizioni in cui vivono nella Striscia – dice l’elemosiniere del Papa – ma sono pieni di speranza anche in questa situazione veramente molto difficile anche da descrivere”. Da parte sua Krajewski ha assicurato la vicinanza e la benedizione di Francesco e ha potuto dire: “Noi siamo pronti per tutti gli aiuti, basta che si apra qualche varco anche piccolo e noi subito vi mandiamo gli aiuti”. Don Giuseppe ha confermato che purtroppo le persone a Gaza hanno fame, che l’acqua non è potabile, che ci sono tanti feriti, ma che sono pieni di di speranza perchè ora arriva Natale che porta quella pace e quella luce che adesso è difficile da vedere. “E’ stata per noi una gioia questa telefonata – prosegue il cardinale – abbiamo potuto finalmente assicurare la nostra preghiera, la nostra compassione e dire che il Papa sta con loro, ma la sofferenza è tanta e si vedeva dai loro volti come sono stanchi, come sono provati perchè sono da tanti tanti giorni in questa situazione”.
La giornata del cardinale Krajewski si è conclusa con un lungo momento di preghiera al Cenacolo, dove è nata l’Eucaristia. “Pregare in questi santi luoghi, stare con la gente e mostrare la vicinanza del Santo Padre è lo scopo di questa missione”, sottolinea il cardinale, che domani andrà a Betlemme in preparazione delle celebrazioni del Natale.