La giustizia è “necessaria”, ma non è sufficiente a colmare quei vuoti che solo “la gratuità, la carità, l’amore può sanare”: “Voi lo sperimentate ad esempio quando organizzate l’accoglienza e il soccorso ai migranti in pericolo nel Mediterraneo”, negli “interventi coraggiosi” per le calamità naturali, o nel contrasto ai “mercanti di morte” che gestiscono il traffico di stupefacenti. Papa Francesco elenca le missioni dense di carità tra gli ambiti di azione dei militari della Guardia di Finanza incontrando 300 militari, stamani 21 settembre nella Sala Clementina, ricevuti in udienza in occasione del 250° anniversario della fondazione. Presente pure il ministro italiano dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Il Pontefice, citando il motto scelto per la ricorrenza, “Nella tradizione c’è il futuro”, ripercorre brevemente la storia del corpo miliare, nato per il servizio di vigilanza finanziaria e la difesa ai confini per poi assommare su di sé compiti di polizia tributaria ed economico-finanziaria e di polizia sul mare. Francesco sottolinea “l’importante missione nell’ambito del soccorso sia in mare che in montagna”, ringraziando in particolare per l’attività di salvataggio dei migranti “grazie di questo, grazie” e ricordando l’aiuto offerto ai profughi ebrei e ai perseguitati durante i due grandi conflitti mondiali.
Dall’equità alla gratuità
Davanti ai militari il Papa rievoca la figura di San Matteo – loro patrono, di cui oggi si celebra la festa liturgica –“pubblicano” fino alla chiamata di Gesù: il giovane esattore delle tasse non solo “passò dalla logica del profitto a quella dell’equità” ma, aggiunge, alla “scuola di Gesù” entrò in contatto con “la gratuità”, intesa come “dimensione umana”, e conobbe “il dono di sé che genera solidarietà, condivisione, inclusione”. Prima di incontrare Cristo, Matteo “rappresentava una mentalità utilitarista e senza scrupoli, devota solo al ‘dio denaro’”.
Anche ai nostri giorni una logica simile si ripercuote sulla vita sociale, causando squilibri ed emarginazione: dagli sprechi alimentari – ma questo è uno scandalo: gli sprechi alimentari, è uno scandalo! – da questi sprechi all’esclusione di cittadini dal beneficiare di alcuni loro diritti.
Servire il bene comune
Se anche gli Stati, specialmente quelli isolati sul piano finanziario o del mercato globale, possono finire vittima di questo sistema, gli appartenenti alla Guardia di Finanza sono chiamati, afferma il Papa, concretamente e quotidianamente, nelle loro azioni, a “servire il bene comune”, “essere vicini alla gente”, “contrastare la corruzione e promuovere la legalità”.
Come si spiega la fame nel mondo, oggi, quando [ci sono] tanti, tanti sprechi nelle società sviluppate? È terribile, quello. E un’altra cosa: se si fermassero un anno dal fabbricare le armi, finirebbe la fame nel mondo. Meglio le armi che risolvere la fame… Anche lo Stato può finire vittima di questo sistema: perfino quegli Stati che, pur disponendo di risorse, come ho detto, rimangono isolati
Formare i giovani
Così, nella lotta alla corruzione – che rimanda al cuore rovinato, “cor-rotto”, scandisce il Pontefice – “la risposta, l’alternativa non sta solo nelle norme, ma in un ‘nuovo umanesimo”. Come lo sguardo di Gesù posato su Matteo “dice che la dignità e la vita dell’uomo sono il cuore della vita di un popolo”, si può contribuire al nuovo umanesimo, a “rifondare l’umanità”, anche formando i giovani che chiedono di entrare in Finanza: “Essi forse all’inizio cercano solo un impiego, ma trovano poi una specifica formazione, che, oltre a fornire loro le nozioni e le esperienze indispensabili, diventa anche educazione alla vita e al bene comune”.
Aiutare chi sbaglia
Esercitando un servizio che “non si esaurisce nella protezione delle vittime” ma “include il tentativo di aiutare la rinascita di chi sbaglia”, per Francesco il lavoro dei militari può aiutare in questo modo a “costruire un’alternativa alla globalizzazione dell’indifferenza” che “distrugge con la violenza e la guerra, ma pure trascurando la cura della socialità e dell’ambiente”.
Contro i privilegi
L’azione della Guardia di Finanza è, secondo il Papa, “di primaria importanza” nella vigilanza del dovere di ogni cittadino di contribuire, secondo criteri di equità, alle necessità dello Stato, “senza che vengano privilegiati i più forti”, come pure nella verifica dell’osservanza delle norme che disciplinano le attività dei singoli e delle imprese, nel contrasto all’uso inappropriato di internet e delle reti sociali, nella riscossione delle imposte, nella lotta al lavoro sommerso e sottopagato – uno “scandalo” – o comunque “lesivo della dignità umana”.
La ricchezza di una Nazione non sta solo nel suo PIL, risiede nel suo patrimonio naturale, artistico, culturale, religioso – e nel sorriso dei suoi abitanti, dei suoi bambini. Una volta, un capo di Stato mi diceva: “Io ho una misura speciale: il sorriso dei bambini e dei vecchi. Quando ambedue sorridono, in una società la cosa non va tanto male”.
Slancio solidale
Dal momento che “la ricchezza della Nazione è soprattutto il suo popolo, ogni cittadino, con la sua originalità e questo favorisce la creatività, con la sua l’apertura al mondo”, “voi stessi – ha concluso Francesco – siete cittadini che custodite questa ‘ricchezza’ dell’Italia, ma pronti ad uscire nelle missioni internazionali. Serve questo slancio solidale verso l’altro come via per la pace e come speranza di un futuro migliore!”.
In chiusura all’udienza, il Papa ha invitato a non perdere il senso dell’umorismo “che è salute!” e si è congratulato con i militari delle Fiamme Gialle per la cooperazione ad alimentare la fiducia e la speranza del popolo, “questo popolo che siamo tutti noi”, esortando a tenere in conto il termometro del sorriso: “Sorridono i bambini? Sorridono gli anziani? Non dimenticare”.