Testimoniare l’esperienza sinodale in un mondo assetato di senso e di pace

Il ringraziamento per un lavoro profetico che si chiude ma per aprirsi nel quotidiano. Questo ha testimoniato Ibrahim I. Sedrak, Patriarca di Alessandria dei Copti cattolici e presidente della Assemblea dei patriarchi e dei vescovi in Egitto, nel suo saluto a conclusione dei lavori sinodali.

Un’ottima esperienza di coraggio, anche nella fatica
Il Patriarca si fa portavoce del grazie dell’intera l’Assemblea generale verso chiunque si è adoperato a diversi livelli per organizzare l’assise durante le tre tappe di preparazione e le due successive riunioni, l’anno scorso e quest’anno, che si sono svolte sotto la guida sapiente del Papa e dello Spirito, “con realismo e lucidità”. Il presidente delegato riporta l’impressione di “un’ottima esperienza di sinodalità, caratterizzata da grande impegno, gioia, coraggio e perseveranza, anche nei momenti di fatica e stanchezza”. Si tratta ora di aprire una nuova pagina “nella vita concreta delle comunità ecclesiali di tutto il mondo”.

Testimoniare il sinodo in un mondo assetato di pace
L’affidamento al Pontefice del lavoro prodotto, confluito nel Documento finale di questa seconda sessione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo, è da intendersi come momento di rilancio di un cammino in mezzo al Popolo di Dio. Con gioia ed entusiasmo è il tempo di portare, prosegue il padre sinodale, l’esperienza vissuta “in un contesto mondiale difficile, molte volte contraddittorio, assetato di senso, pace e riconciliazione”.

C’è ancora molta strada da fare
“Il cammino intrapreso insieme in questi anni ci ha fatto crescere e maturare, ma c’è ancora molta strada da fare”, osserva ancora Sedrak che sottolinea come sia sempre lo Spirito l’artefice della Chiesa: “Lo Spirito, non farà cose nuove, ma farà nuove le cose! Il Concilio ce lo ha insegnato”. Sarà lo Spirito a offrire l’aiuto per interpretare la parola profetica emersa finora nel percorso sinodale. L’intervento del presidente della Assemblea dei patriarchi e dei vescovi in Egitto si chiude con una preghiera:

Che ognuno possa scoprire il suo posto, nella comunione e nell’amore fraterno.

Insegnaci ad accogliere la diversità senza danneggiare l’unità. Insegnaci a rimanere fiduciosi e liberi, senza lasciarci intrappolare dalla paura. Insegnaci ad osare la parola e l’ascolto profondo, ad aprire il cuore alla voce degli altri.

Dacci il coraggio di osare passi concreti, per costruire insieme la Chiesa di Cristo Risorto che testimonia al mondo l’Amore di Dio e annuncia il Vangelo che dà la vera vita.

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