Il Papa: «La missione cristiana non si basa sui dati, ma sulla fedeltà al Vangelo»

“Avrei voluto essere con voi di persona per condividere questo momento di fede e di comunione, ma, a causa della mia convalescenza, mi unisco a voi spiritualmente, ringraziandovi di cuore per le vostre preghiere”. Da Casa Santa Marta, dove da domenica scorsa, dopo essere stato dimesso dal Policlinico Gemelli, prosegue la sua convalescenza, Francesco rivolge con un messaggio un “saluto affettuoso” ai laici, consacrati, vescovi e sacerdoti giunti a Roma dalla Repubblica Ceca “per compiere il pellegrinaggio nazionale” in occasione del Giubileo, esortando “pastori e popolo” a camminare “insieme” sulla “strada della fede”, a sostenersi a vicenda e a diventare “testimoni di pace e di speranza in un mondo che ne ha tanto bisogno, anche in Europa”. Le parole del Papa sono state lette dal segretario della Conferenza episcopale, padre Roman Czudek, durante la Messa presieduta, questo pomeriggio, 29 marzo, nella Basilica di San Pietro dal cardinale Dominik Duka, arcivescovo emerito di Praga. Alla celebrazione ha preso parte anche il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, di origine ceca, che ha rivolto ai pellegrini un “caloroso benvenuto”, anche a nome del Pontefice, e ha salutato tutti i suoi connazionali, in particolare quelli provenienti dalla sua città natale, Brno.

Il valore dell’elemosina
Ai fedeli, che hanno consegnato un dono per il Papa, il porporato ha trasmesso il “grande ringraziamento” del Pontefice, assicurando “a ciascuno” di loro “la sua vicinanza”. “L’elemosina ha sempre fatto parte della Quaresima, insieme alla preghiera e al digiuno”, ha detto il cardinale, facendo notare che “la generosità dei cristiani aiuta a esprimere visibilmente la provvidenza di Dio” e “dà speranza a chi dà e a chi riceve”.

Un cammino di fede
Nel testo preparato per i fedeli cechi, il Papa si sofferma sul significato del pellegrinaggio giubilare, “un segno concreto del desiderio di rinnovare la fede, di confermare il legame con il Successore di Pietro e di professare con gioia” l’“adesione al Signore che sempre cammina con noi, ci sostiene nelle prove e ci chiama ad essere testimoni della sua pace e del suo amore”. Un “cammino di fede”, evidenzia il Pontefice ai pellegrini arrivati dalla Cechia, che “si inserisce nella ricca tradizione cristiana” della loro terra, “illuminata dalla testimonianza dei santi Adalberto, Cirillo e Metodio e tanti altri”, che hanno portato “la luce del Vangelo con coraggio e pazienza, anche in luoghi dove sembrava impossibile”, e il cui “esempio ci insegna che la missione cristiana non si basa sui risultati visibili, ma sulla fedeltà a Dio”.

Dio fa fruttificare il poco che siamo in modi inimmaginabili
“Siamo chiamati ad annunciare il Vangelo con fiducia, senza temere difficoltà e ostacoli”, esorta il Papa, aggiungendo che “Dio ci chiede di offrire il poco che siamo e che abbiamo”, perché, se ciascuno affida “al Signore con cuore generoso” il proprio “impegno nella fede”, “sarà Lui a moltiplicarlo e a farlo fruttificare in modi che non possiamo nemmeno immaginare”. E allora “non dobbiamo mai perdere la fiducia”, incoraggia Francesco, perché “Dio opera anche quando non ne vediamo subito gli effetti”. E questo lo insegna anche la storia dei santi, la “perseveranza di Giovanni Nepomuceno e di tanti altri testimoni della fede” della Repubblica Ceca, la cui vita “ci mostra che chi confida in Dio non è mai abbandonato, anche nei momenti di prova, come quelli della persecuzione”. Infine, il Papa rimarca che la “fede non è solo per noi, ma è dono da condividere con gioia” e termina il suo messaggio affidando il pellegrinaggio dei fedeli cechi “alla Vergine Maria, Madre della Speranza”, perché tutti siano “rafforzati nella fede, nella speranza e nella carità”. “Benedico di cuore tutti voi e il vostro popolo – conclude il Pontefice -. E vi chiedo per favore di pregare per me”.

Il pellegrinaggio giubilare della Chiesa ceca
Il pellegrinaggio nazionale della Chiesa della Repubblica Ceca, al quale stanno partecipando circa duemila persone, è iniziato ieri, 28 marzo, con una preghiera presso la tomba di San Cirillo nella basilica romana di San Clemente, per fare memoria delle radici della fede cristiana delle terre evangelizzate dai santi Cirillo e Metodio, che hanno tradotto la Bibbia e i testi liturgici in slavo. La giornata è proseguita con la celebrazione della Messa nella basilica lateranense alle ore 11, dopo che i pellegrini hanno attraversato la Porta Santa. La sera si è svolta la Via Crucis nella basilica di San Paolo Fuori le Mura. La viaggio giubilare nella capitale dei fedeli cechi, si conclude domani, 30 marzo, con una Messa, presieduta alle 15, dal presidente della Conferenza episcopale monsignor Jan Graubner.

 

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