“Nel leggere le cifre delle persone scomparse in mare non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di numeri ma di esseri umani. Di nostri fratelli e sorelle. È aberrante arrivare a considerare ‘ordinaria amministrazione’ la notizia di centinaia, migliaia di persone disperse in mare. È e rimane una tragedia”. Lo scrive don Marco Pagniello, direttore della Caritas italiana, commentando le numerose morti di migranti nel Mediterraneo, passate più volte sottaciute sui media nell’opinione pubblica.
“La fuga da situazione invivibili è una realtà con la quale dobbiamo fare i conti tutti – prosegue il direttore della Caritas -: chi governa le nazioni e le organizzazioni internazionali e anche i cittadini comuni. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte: nell’accoglienza, nel cambiamento di mentalità, nell’attuazione di politiche coraggiose e lungimiranti”. “È tempo di riportare l’investimento per la cooperazione internazionale a livelli adeguati alla promozione dei diritti umani, in modo da creare le condizioni per cui le persone non siano costrette a partire – conclude don Pagniello -. Quella delle migrazioni è una sfida per i Paesi e per le Chiese che si affacciano sul Mediterraneo. Questo mare deve tornare a essere un luogo di vita, di relazioni, di cultura e di sviluppo, anziché di morte”.
Agensir