“Cari giovani, che la pace e la gioia di Gesù siano con voi!”: con queste parole Papa Francesco ieri si è rivolto in collegamento con i ragazzi russi riuniti a San Pietroburgo in occasione del X Incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia, che si svolge dal 23 al 27 agosto. Il tema scelto per questo decimo incontro è lo stesso della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona: “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39). Il testo del discorso del Papa è stato diffuso stamattina dalla Sala Stampa vaticana. Ricordando proprio la Gmg, il Pontefice ha voluto condividere con i giovani russi “questo momento di fede e di speranza” e ha proposto tre idee intorno al motto della Giornata mondiale di Lisbona.
Prima idea: “Dio chiama e in uscita. Dio chiama a camminare, Dio ci invia a uscire e a camminare. Ognuno di voi, come Maria, è chiamato da Dio. Sì, chiamato da Dio, scelto e chiamato. Tutti siamo scelti e chiamati. Chiedetevi: ‘Io, sono scelto, sono scelta? Sono chiamato?’. Sì, il Signore vi ha chiamati dall’inizio della vostra vita, vi ha chiamati per nome! Chiamati prima dei talenti che abbiamo, prima dei nostri meriti, prima delle nostre oscurità e ferite, prima di tutto siamo stati chiamati. Chiamati per nome, a tu per tu. Dio non va al mucchio, no. Dio va al tu per tu”.
Evidenziando che “Dio trasforma”, il Santo Padre ha avvertito: “Quando Dio chiama, non possiamo rimanere seduti. Alzarci e in fretta, perché il mondo, il fratello, il sofferente, colui che sta accanto e non conosce la speranza di Dio ha bisogno di riceverlo, ha bisogno di ricevere la gioia di Dio. Mi alzo in fretta per portare la gioia di Dio. Questa è la prima idea: siamo chiamati e in uscita”.
Seconda idea: “L’amore di Dio è per tutti e la Chiesa è di tutti. L’amore di Dio si riconosce dalla sua ospitalità. Dio accoglie sempre, crea, crea spazio perché tutti troviamo posto e si sacrifica per l’altro, è attento ai bisogni dell’altro”. Il papa ha aggiunto: “La Chiesa è una madre dal cuore aperto, che sa accogliere e ricevere, soprattutto coloro che hanno bisogno di maggiori cure. La Chiesa è una madre amorevole, perché è la casa di chi è amato e la casa di chi è chiamato.
Quante ferite, quanta disperazione possono essere curare dove ci si sente accolti. E la Chiesa ci accoglie. Ecco perché sogno una Chiesa in cui nessuno è superfluo, dove nessuno è in più. Per favore, che la Chiesa non sia una ‘dogana’ per selezionare chi entra e chi no. No, tutti, tutti. L’ingresso è libero. E poi, che ognuno senta l’invito di Gesù a seguirlo, a vedere come sta davanti a Dio; e per questo cammino ci sono gli insegnamenti e i Sacramenti”. Dunque, “la Chiesa è per tutti: giovani e vecchi, sani e malati, giusti e peccatori. Ecco cosa intendeva Gesù: tutti, tutti, tutti”.
Fonte: Agensir