La supplica del Papa: ripudiare la follia della guerra, semina morte e cancella il futuro

La supplica del Papa

“Pacem in Terris”. Pace in un mondo “in subbuglio”, dilaniato dalle lacerazioni provocati dalle divisioni e dal veleno dell’odio. Dilaniato dalla “follia della guerra” che “cancella il futuro”. Ancora una volta Francesco torna ai piedi di Maria, Regina della Pace, e come già in passato per la Siria, per l’Africa e l’Ucraina, guardando ora al fiume di violenze che si consumano in Terra Santa, implora dalla “Madre” il dono della pace. Una urgenza in “questi tempi lacerati dai conflitti e devastati dalle armi”.

Il Papa presiede nella Basilica di San Pietro la celebrazione conclusiva della Giornata di digiuno e preghiera da lui stesso indetta nell’Angelus di domenica 15 ottobre. Un’occasione per riunire il popolo di Dio sparso in tutto il mondo nell’unica intenzione di far tacere le armi e ispirare “vie di pace ai responsabili delle nazioni”.

In preghiera con il popolo
Giunto in Basilica in sedia a rotelle, con il sottofondo del canto della Schola Cantorum, Francesco subito si dirige dinanzi all’icona mariana per soffermarsi per alcuni istanti in silenzio. Poi si unisce alla recita dei Misteri dolorosi del Rosario intervallati da momenti di meditazione e dalle riflessioni dei Padri della Chiesa.

Sembra essere solo il Successore di Pietro, seduto a capo chino sulla poltrona bianca, con a fianco l’effigie illuminata nella penombra di San Pietro. Ma, come un pastore sempre seguito dal gregge, alle sue spalle ci sono circa 4 mila fedeli, vescovi, cardinali e partecipanti al Sinodo. Idealmente, stretti al Vescovo di Roma, ci sono poi i credenti di ogni continente che hanno assicurato l’adesione al suo invito. Si prega a Gerusalemme, si prega a Gaza, si prega a Kyiv, si prega nei villaggi del nord Africa e dell’Africa subsahariana. Nelle terre bagnate di sangue i popoli invocano da Dio la “pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi”, come scriveva Giovanni XXIII nell’incipit della storica enciclica che dà il titolo all’evento di oggi.

Guerre che dilaniano il mondo
Francesco, si fa portavoce delle loro sofferenze e delle loro speranze quando, con lo sguardo e il pensiero rivolti alla Vergine, inizia il suo discorso: “Maria, guarda a noi! Siamo qui davanti a te”, scandisce. Al richiamo segue una supplica alla Madonna che ben conosce “le nostre fatiche e le nostre ferite”.

Tu, Regina della pace, soffri con noi e per noi, vedendo tanti tuoi figli provati dai conflitti, angosciati dalle guerre che dilaniano il mondo. Questa è un’ora buia. È un’ora buia, Madre. In quest’ora buia ci immergiamo nei tuoi occhi luminosi e ci affidiamo al tuo cuore, sensibile ai nostri problemi.

Curare ogni vita umana
Sono tempi, quelli odierni, di “inquietudini” e “paure”. Le stesse che la Madre di Dio ha provato nella sua vita e davanti alle quali non si è tirata indietro: “Nei momenti decisivi hai preso l’iniziativa”, dice il Papa. “Ora, Madre, prendi ancora una volta l’iniziativa per noi”, è la sua preghiera. “Volgi il tuo sguardo di misericordia sulla famiglia umana, che ha smarrito la via della pace, che ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa”.

Intercedi per il nostro mondo in pericolo e in subbuglio. Insegnaci ad accogliere e a curare la vita – ogni vita umana! – e a ripudiare la follia della guerra, che semina morte e cancella il futuro.

Responsabili per la pace
Tante volte la Madonna ha chiesto preghiera e penitenza. “Noi, però, presi dai nostri bisogni e distratti da tanti interessi mondani, siamo stati sordi ai tuoi inviti”, confessa Francesco, “ma tu, che ci ami, non ti stanchi di noi”. “Prendici per mano, prendici per mano”, ripete due volte, “aiutaci a custodire l’unità nella Chiesa e ad essere artigiani di comunione nel mondo”.

Richiamaci all’importanza del nostro ruolo, facci sentire responsabili per la pace, chiamati a pregare e ad adorare, a intercedere e a riparare per l’intero genere umano.

Le lacrime dei bambini
Nelle mani della Madonna, il Papa pone tutte le debolezze dell’uomo: “Da soli non ce la facciamo”. “Noi – assicura – veniamo a te, cerchiamo rifugio nel tuo Cuore immacolato”. Il Cuore a cui aveva consacrato nel marzo 2022, ad un anno dallo scoppio della guerra, la Russia e l’Ucraina.

Invochiamo misericordia, Madre di misericordia; pace, Regina della pace! Scuoti l’animo di chi è intrappolato dall’odio, converti chi alimenta e fomenta conflitti. Asciuga le lacrime dei bambini, a quest’ora piangono tanto… Assisti chi è solo e anziano, sostieni i feriti e gli ammalati, proteggi chi ha dovuto lasciare la propria terra e gli affetti più cari, consola gli sfiduciati, ridesta la speranza.

“Apri spiragli di luce nella notte dei conflitti”
Alla Madonna il Papa consacra infine “ogni fibra del nostro essere, quello che abbiamo e siamo, per sempre”. Consacra la Chiesa perché “sia segno di concordia e strumento di pace”. Consacra il mondo, “specialmente i Paesi e le regioni in guerra”.

“Tu – dice alla Madre di Dio -, aurora della salvezza, apri spiragli di luce nella notte dei conflitti. Tu, dimora dello Spirito Santo, ispira vie di pace ai responsabili delle nazioni”.

Tu, Signora di tutti i popoli, riconcilia… riconcilia i tuoi figli, sedotti dal male, accecati dal potere e dall’odio.

 

Salvatore Cernuzio – Vatican News

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