In un Messaggio all’associazione Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo, che celebra cinquant’anni di attività, il Papa esorta a considerare che la “suprema lex”, cui ogni legge ecclesiastica deve rifarsi, è sempre la salvezza delle anime: “L’unica cosa di cui il mondo ha bisogno è il Vangelo della misericordia di Gesù. È così che la Chiesa evangelizza anche attraverso l’applicazione della norma canonica”.
“Anche quando va applicata una sanzione severa a chi avesse commesso un delitto molto grave, la Chiesa, che è madre, gli offrirà l’aiuto e il sostegno spirituale indispensabili perché nel pentimento possa incontrare il volto misericordioso del Padre”
È il cuore del messaggio di Papa Francesco indirizzato a Chiara Minelli, presidente della Consociatio Internationalis Studio Iuris Canonici Promovendo, associazione fondata cinquant’anni fa con la finalità di unire esperti del Diritto Canonico delle Università ecclesiastiche e civili da tante parti del mondo, nella promozione di una disciplina che il Pontefice considera “importante per la vita della Chiesa”. Per celebrare lo speciale anniversario, l’associazione è riunita oggi, 1° dicembre, nella sede del CNR a Roma per il convegno “Cinquant’anni di Promozione del Diritto Canonico nel panorama mondiale della Scienza Giuridica”; per l’occasione, il Papa esprime l’auspicio che sia un momento provvidenziale di riflessione “per rinnovare la vostra cooperazione in così delicato ambito della Chiesa”. E sottolinea:
Siate consapevoli di essere strumenti della giustizia di Dio, che è sempre indissolubilmente unita alla misericordia.
“Si può essere anche canonisti, ma nel modo di ragionare essere senza fede”, precisa Francesco nel messaggio, e aggiunge: tutte le dimensioni e strutture ecclesiali debbono operare una conversione pastorale e missionaria, per portare al mondo l’unica cosa di cui ha bisogno: il Vangelo della misericordia di Gesù. Anche il Diritto canonico è investito di questo mandato che il Maestro ha dato alla sua Chiesa, quindi è necessario che sia più pastorale e missionario.
“Farsi pastorale – rimarca ancora il Pontefice – non significa che le norme vadano messe da parte e ci si orienti come si vuole, ma che nell’applicarle bisogna far sì che i Christifideles vi trovino la presenza di Gesù misericordioso, che non condanna, bensì esorta a non peccare più perché dà la grazia”.
L’invito del Papa è a compiere sempre un sano discernimento spirituale per essere aiutati a individuare che cosa nel vissuto quotidiano della Chiesa è essenziale, nella consapevolezza che “il Popolo di Dio vive nella storia, quindi le sue forme di vita e organizzazione non possono essere immutabili”. Tenere sempre presente, è la raccomandazione contenuta nel messaggio, che la suprema lex a cui ogni legge ecclesiastica deve rimandare, è sempre per la salvezza delle anime.
Al centro del Diritto canonico e del Diritto civile vi è la persona; la peculiarità nel Diritto canonico è la persona in quanto redenta in Cristo, come fedele nella Chiesa. Attraverso le leggi, sia la Chiesa che la Società civile si prefiggono di procurare il bene comune; tuttavia, esso nella Chiesa non è solo un ordine esterno che permette al singolo di adempiere i suoi obblighi e di esercitare i sui diritti, ma è espressione della presenza di Cristo Salvatore, realtà interiore di grazia, che è bene comune proprio perché appartiene ad ogni fedele.