Il messaggio di auguri in occasione della Pasqua, firmato dal cardinale Matteo Zuppi e di monsignor Giuseppe Baturi, rispettivamente presidente e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, fotografa il momento presente: “Stiamo sperimentando delle tenebre profondissime che avvolgono migliaia di persone, in tanti luoghi nel mondo, in particolare in Ucraina e in Terra Santa. Quanta desolazione!”. Il testo rievoca le sofferenze in particolare dei più piccoli che mettono ancora più in rilievo “l’orrore e la violenza della guerra, dell’ingiustizia e quanto questo sia inaccettabile”.
Il Risorto porta la bellezza di una vita nuova
Non solo le guerre: i vertici dell’episcopato italiano ricordano anche le violenze sulle donne, le prepotenze nell’ambito delle famiglie e degli affetti che dicono di un rapporto tra uomo e donna “avvelenato dall’istinto del possesso”. Ma la lettura di tutta la sofferenza del mondo passa attraverso l’evento delle Risurrezione che invita a guardare avanti e “a lavorare ogni giorno per costruire la pace”. Si legge nel messaggio: “Il mondo, oggi così deturpato, può essere ricostruito e trasformato da uomini e donne che vivono le più grandi ragioni di vita e di speranza”. L’auspicio è di vedere al più presto la fine dei conflitti e l’inizio di un “tempo di fraternità”. “Possa il mistero della Pasqua – prosegue il testo – raggiungere tutti noi e insegnarci ad amare senza confini, a porre segni concreti di vita là dove c’è la morte, a trasformare in luoghi di pace le terre oggi segnate dall’inimicizia”.
Viviamo della luce della Pasqua
L’invito del presidente e del segretario generale della Cei è di sentirsi non spettatori, ma attori dell’evento pasquale. “Nella Pasqua non c’è una via di mezzo: o si è con Gesù e si resta con l’amore, con la luce, con una forza che sconfigge quelle terribili tenebre oppure si diventa complici del male…”. E Gesù è una presenza “che cammina al nostro fianco”. La Pasqua è una luce che vince le tenebre: “scegliamo questa luce, viviamo di questa luce”. Il messaggio si conclude ancora con un augurio rivolto a tutti perché tutti possiamo “incontrare questo misterioso Viandante, l’unico capace di dare un senso alla nostra esistenza”.